Giusy Ocello | 17 Novembre 2022

Flessibili come i bambù. Il valore dello smartworking nel lavoro di Crearts

“L’uragano è vinto non dalla possente e rigida quercia ma dal piccolo e flessibile bambù”.   Proverbio cinese

Il bambù è da sempre avvolto da un misticismo di saggezza millenaria legata alla natura. 
Una pianta flessibile, che cresce a una incredibile velocità e riesce a resistere a vento e tempeste. 
Come per molte altre cose legate alla natura, nel corso degli anni, l’uomo ha imparato a guardare al bambù come fonte di ispirazione, utile a sviluppare due caratteristiche essenziali per superare le difficoltà: resistenza e flessibilità

Flessibili per rispondere alle necessità del tempo

La società ha una spinta adattativa intrinseca che la porta a evolvere in base agli eventi. Una flessibilità che, come quella del bambù, le permette di reagire alle situazioni avverse, continuando il suo percorso di crescita. 

Pensiamo alla pandemia. Il Covid ha introdotto la necessità di dare un’accelerata al lavoro agile, per far fronte alle restrizioni che, per molto tempo, non ci hanno permesso di uscire di casa. 

Lo smartworking si è rivelato in quel periodo una soluzione necessaria, di risposta e adattamento. Nel tempo, ha mostrato alla società i risvolti positivi della flessibilità. Un risparmio in termini economici e sociali e un nuovo modo per concepire gli spazi e i tempi. 

Meno auto in strada, meno tempo speso per percorrere il tragitto che porta da casa al lavoro le persone, meno soldi investiti in carburante o abbonamenti per i mezzi di trasporto. Più tempo per sé, meno energie sprecate nel traffico, più tempo per la famiglia. 
Una necessità che si è trasformata, via via, in nuovo modo di vivere il lavoro, orientato sempre più alla scelta della qualità di vita. 

Le persone, presa consapevolezza dell’importanza del tempo e dei luoghi, sono maggiormente orientate verso lavori che permettono di conciliare meglio la propria vita lavorativa e privata. Una spinta tale che sta portando le aziende ad adattarsi per mantenere al proprio interno i dipendenti più validi.

Dal sondaggio Future of Work 2025 di Quocirca, società di ricerca e analisi del mercato globale, è emerso che il 67% delle aziende è consapevole della necessità di offrire opzioni di lavoro flessibili per non perdere le risorse migliori. 

Flessibili per crescere nell’inclusività

Lo smartworking, quindi, è diventato una risposta evolutiva a una necessità. Come il bambù diventa flessibile alla tempesta, piegandosi senza spezzarsi, la società ha trovato la sua soluzione flessibile al vento del Covid, continuando a crescere e a evolvere verso una strada relativamente nuova. 

Questi due anni ci sono serviti per capire come approcciare gradualmente al lavoro da remoto. In Crearts lo smartworking ci ha portato a sperimentare il lavoro a distanza, la strumentazione necessaria, i brief in videocall con i clienti. 
Un allenamento alla flessibilità che, oggi, è diventato un’opportunità. 

Crearts ha infatti deciso, ormai da diversi mesi, di concedere alle persone che compongono il proprio team di avere due giorni di smartworking a settimana
Come il bambù siamo usciti dal Covid più forti e flessibili, garantendo alle persone un maggiore benessere, gestendo in maniera autonoma i luoghi e ottimizzando i tempi degli spostamenti. Tempi e distanze che possono essere impiegati per coltivare i propri interessi, o passare più tempo con le proprie famiglie. 

Un modo inclusivo, del resto, che ha permesso a chi ha difficoltà di spostarsi o viene da lontano, di continuare a offrire la propria specializzazione, senza restare tagliati fuori dal mercato del lavoro. Un modo alternativo per avere un team di talenti qualificati, stimolando la produttività e il benessere delle persone.

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