Giusy Ocello | 8 Aprile 2024

Intelligenza generativa, brand e SEO

La ricerca su Google sta cambiando: a maggio dello scorso anno, Alphabet (la casa madre di Google) ha presentato la versione beta di Search Generative Experience (SGE) sul suo blog. La funzione, che Google ha denominato “SGE durante la navigazione”, è stata poi lanciata lo scorso 16 agosto come primo esperimento in Search Labs.

L’intenzione del colosso di Mountain View è quella di migliorare la ricerca con l’Ai generativa, offrendo ai suoi utenti testi coerenti con le ricerche effettuate. 

Una questione tecnica che potrebbe apparentemente non interessare i brand ma che, in realtà, porterà con sé un adattamento delle strategie di marketing adottate dalle aziende. 

Cerchiamo di capire perché. 

Intelligenza generativa: come cambieranno Serp e SEO

La SEO (Search Engine Optimization) racchiude l’insieme di attività, On Site e Off Site, che consentono un miglioramento del posizionamento di un sito. 

Nel corso del tempo, ha assunto un ruolo cruciale nel fornire informazioni su brand e prodotti a milioni di utenti. E, sempre nel tempo, è evoluta, seguendo il cambiamento degli algoritmi e gli Intent di ricerca degli utenti. L’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa potrebbe trasformarla nuovamente. 

Ma che cos’è l’Intelligenza Generativa?

L’AI Generativa è una sottocategoria dell’intelligenza artificiale dedicata alla creazione di nuovi contenuti o immagini. Attraverso algoritmi e reti neurali, l’AI generativa è in grado di creare contenuti originali, in qualsiasi campo. Un sistema di apprendimento automatico elaborato su un ampio insieme di dati, schemi ed elementi di contenuti esistenti, consente di educare l’AI alla creazione di contenuti nuovi in linea con quanto appreso. 

E l’applicazione di questa tecnologia ai motori di ricerca potrebbe aprire un nuovo campo inesplorato per gli utenti, generando contenuti più performanti sulle query di ricerca inserite. 

AI e motori di ricerca

L’applicazione dell’AI alla Serp potrebbe infatti consentire agli utenti di avere una risposta specifica alle loro domande, al posto di risultati, riconducenti a link di approfondimento, estrapolati da un algoritmo su una determinata parola chiave. A partire dalla Query, infatti, il motore di ricerca potrebbe assemblare tutti i Topic correlati, riassumerli e fornire una risposta che sia un riepilogo preciso e ben studiato dell’argomento.

Una rivoluzione interna ai motori di ricerca che ha con sé vantaggi e svantaggi per la SEO, così per come è concepita oggi, perché potrebbe portare gli utenti a preferire le risposte generate dall’Intelligenza Artificiale di Google anziché quelle organiche. 

Effetti che potrebbero portare a una rivisitazione della strategia Marketing delle aziende.

Nel merito, è entrato Jim Yu, presidente esecutivo di BrightEdge, società americana specializzata in SEO marketing, in un’intervista rilasciata a Forbes

Cosa possono fare i brand per non arrivare impreparati?

I motori di ricerca basati sull’Intelligenza Artificiale, afferma Yu, non ragioneranno più per compartimenti stagni: consolideranno tutte le informazioni provenienti dai vari canali in un’unica esperienza di contenuto. E come brand va fatta esattamente la stessa cosa. 

Non si tratta di curare solo la reputazione online, le recensioni o le vendite separatamente, così come spesso succede in alcune realtà in cui ogni reparto ragiona singolarmente. Significa lavorare in una visione olistica, realizzare progetti comunicativi coerenti, in grado di mostrare in ogni dimensione dell’azienda un messaggio centrato e coerente. 

Anche se oggi è possibile creare contenuti attraverso l’utilizzo dell’AI, anche gratuito, i contenuti originali continueranno comunque ad avere un valore aggiunto. 

Gli algoritmi di Google, infatti, stanno diventando sempre più efficienti nel riconoscere i contenuti generati artificialmente e nel valutarne la qualità. E qualità e originalità continueranno comunque a differenziarsi all’interno del web. 

E all’interno di questo paradigma sempre più complesso, un ruolo importantissimo nella strategia dei brand avranno sicuramente i Social Media, come canale di dialogo diretto con i consumatori e voce ufficiale dell’azienda.

Una cosa è sicura: l’AI generativa è arrivata e il cambiamento nei motori di ricerca è già in atto. Non è ancora chiaro se la funzionalità sarà a pagamento o meno, sembra infatti che Google stia vagliando la decisione di offrire la sua nuova funzionalità di ricerca esclusivamente agli utenti dei suoi servizi in abbonamento premium, ma non è possibile farsi cogliere impreparati. Compito delle aziende e delle agenzie di comunicazione è infatti capire come rielaborare competenze e strategie per plasmare la narrazione dei marchi sul web, dominando gli strumenti e non facendosi dominare da essi. 

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